Demodicosi nel cane: i sintomi e le cure
I disturbi cutanei nei nostri animali sono molti e spesso è difficile distinguerli, a causa della somiglianza dei sintomi con cui si manifestano. In questo articolo andiamo ad analizzare la demodicosi o rogna demodettica, una condizione che può interessare il cane.
Cos’è la demodicosi
La demodicosi o rogna demodettica è una malattia della pelle causata da Demodex, un acaro compreso nella normale fauna cutanea, ma che in condizioni particolari può provocare questo problema. Il suo aspetto è molto curioso, con un corpo a forma di sigaro, una testa piccola e arrotondata, un torace con quattro arti poco sviluppati e un lungo addome striato. Questo acaro viene trasmesso come eredità dalla madre al cucciolo durante i primi giorni di vita, trasferendosi nella cute del muso, attorno agli occhi, sugli arti e negli spazi interdigitali. Durante questa fase, va a stabilirsi in profondità nella cute e trascorre tutta la sua vita “a testa in giù” all’interno dei follicoli piliferi e delle ghiandole sebacee.
La sua presenza non provoca nessun tipo di problema all’organismo, soprattutto considerando il numero limitato di esemplari presenti. Tuttavia, in alcune condizioni particolarmente stressanti per l’animale, può cominciare a riprodursi velocemente, generando delle alterazioni che portano alla comparsa della demodicosi.
Le cause
È molto difficile identificare una vera e propria causa scatenante nel cane affetto da demodicosi. Il parassita, infatti, è presente anche in soggetti assolutamente sani, ma può prendere il sopravvento in presenza di condizioni favorevoli al suo sviluppo, come:
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Stress emotivo (traslochi, arrivo di un nuovo animale o di un bambino, ecc)
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Trattamenti antibiotici prolungati
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Terapie a base di corticosteroidi
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Gravidanza e allattamento
Tutti questi fattori hanno in comune un’azione immunosoppressiva nei confronti dell’animale, che può portare ad un aumento della riproduzione di Demodex. Secondo alcune recenti teorie, la malattia potrebbe essere causata non direttamente dal parassita, ma dallo stesso sistema immunitario dell’animale, il quale, nel tentativo di attaccare l’acaro, provocherebbe dei danni nei confronti della cute.
Sembrerebbe esserci inoltre una maggiore incidenza nei cani più giovani, anche se può manifestarsi comunque anche in soggetti adulti.
I sintomi
La demodicosi può presentarsi in varie forme:
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Forma localizzata: è sicuramente la più frequente. Si manifesta con caduta del pelo (alopecia), ispessimento della pelle, che talvolta appare arrossata o più scura. Le aree più colpite sono quelle dove normalmente risiede l’acaro, quindi il muso, la zona intorno agli occhi e le zampe anteriori. Questa forma tende a guarire spontaneamente nel giro di poche settimane, spesso senza richiedere nessun trattamento;
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Forma generalizzata: se il parassita riesce a diffondersi in altri punti del corpo, parliamo di “forma generalizzata”. In questo caso spesso il quadro clinico si accompagna ad altri sintomi, come desquamazione e presenza di croste. In alcuni cani la situazione può peggiorare a causa di infezioni batteriche (Stafilococchi soprattutto), trasformandosi nella cosiddetta “rogna rossa”, caratterizzata da pustole con sangue e pus, particolarmente maleodoranti.
L’aspetto che accomuna entrambe le forme cliniche e che ci consente di distinguere la demodicosi dalle altre rogne è l’assoluta mancanza di prurito. Il cane, pertanto, non si gratta continuamente come in caso di rogna sarcoptica, notoedrica o otodettica, ma continua a presentare le lesioni nelle aree colpite.
Come si cura
Il veterinario può confermare il sospetto di demodicosi effettuando un raschiato cutaneo: con l’aiuto di una lama di bisturi, si preleva una piccola quantità di tessuto della zona interessata dalle lesioni, che viene osservata al microscopio alla ricerca dell’acaro. Si tratta di una procedura non dolorosa e non invasiva, poiché preleva solo gli strati più superficiali della pelle.
La demodicosi non è contagiosa né per altri animali, né per il proprietario e tende a risolversi spontaneamente nei casi più lievi. La terapia, quindi, deve essere stabilita sulla base della gravità dei sintomi. Nelle forme localizzate può essere sufficiente l’applicazione di prodotti acaricidi in forma di spot-on, da applicare al centro delle scapole, anche ogni 7-14 giorni, talvolta associato a spugnature di amitraz. Nelle forme generalizzate invece potrebbe essere necessario ricorrere a terapie sistemiche per bocca a base di antibiotici (milbemicina), che riescono a debellare il parassita in profondità, dove spesso i trattamenti topici non riescono ad arrivare.