Aggressività nei gatti: quando Fuffi si trasforma in Terminator
L’aggressività non è un fenomeno molto diffuso tra i gatti, ma non mancano i casi di alcuni felini davvero indemoniati, pronti ad avventarsi contro l’uomo e gli altri animali. Ma perché si comportano in questo modo e cosa si può fare per risolvere il problema?
Perché il gatto aggredisce?
I gatti, così come i cani, sono prima di tutto dei predatori, ma anche animali territoriali. Questo vuol dire che la loro natura li spinge a difendere i propri spazi con la principale arma che Madre Natura ha concesso loro: l’aggressività.
Mentre il cane si “limita” a sfoderare la sua dentatura perfetta, il gatto è in grado di ricorrere sia ai denti che ai suoi artigli affilati.
Di norma, gli animali non ricorrono ad atteggiamenti aggressivi per il semplice gusto di farlo, ma possono attaccare se provocati o in particolari circostanze. Inoltre, l’aggressività è quasi sempre preannunciata da molti altri atteggiamenti di avvertimento nei confronti dell’uomo e degli altri animali.
Generalmente, l’aggressione prevede tre fasi: minaccia, aggressione vera e propria, fine della lotta.
La minaccia prevede tutta una serie di posture, atteggiamenti e vocalizzi che mirano proprio ad incutere timore. Il gatto può soffiare, ringhiare, sbattere la coda, inarcare la schiena e abbassarsi sulle zampe. In questo modo avverte l’avversario di allontanarsi immediatamente, prima che la situazione diventi irreparabile.
L’aggressione può avvenire invece attraverso morsi e graffi, che, nonostante le piccole dimensioni dei felini, possono fare davvero molto male. Di solito, infatti, i gatti tendono a puntare proprio gli occhi dell’avversario, e questa è la ragione per cui spesso hanno la meglio persino sui cani.
La fine della lotta, infine, si verifica quando uno dei due “lottatori” si arrende, scappando.
Tipi di aggressività
L’aggressività nel gatto può manifestarsi in seguito a diversi stati d’animo e circostanze. Vediamo i principali:
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Aggressività da irritazione: persino il gatto più buono, dopo ore di inseguimenti e torture da parte dei bambini, può stabilire che la sua pazienza è terminata, graffiando o mordendo dopo una fase più o meno prolungata di minaccia. La stessa cosa può verificarsi quando cerchiamo, ad esempio, di tagliargli le unghie. Quando il gatto dice “basta”, non ce n’è più per nessuno. Il motivo che spinge il gatto ad attaccare quando è irritato può essere legato al dolore, alla frustrazione o alla costrizione, tutti fattori che aumentano il livello di ansia fino al punto di non ritorno. Questo tipo di aggressività è più frequente nei gatti che non sono stati abituati fin da piccoli ad essere accarezzati e manipolati;
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Aggressività da paura: quando il gatto ha paura, può reagire in due modi, scappando o attaccando. Cercare di accarezzare o prendere in braccio un gatto spaventato, quasi sempre si traduce in graffi e morsi. È bene invece lasciarlo libero di capire quali sono le nostre intenzioni, finché non si sarà calmato. Anche in questo caso, è l’ansia il sentimento predominante nel gatto spaventato;
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Aggressività territoriale: i gatti, a differenza dei cani, non sono assolutamente abituati a vivere in branco. Piuttosto, i felini tendono ad associarsi in colonie, all’interno delle quali vige il rispetto per i propri spazi e per la propria indipendenza. Per questo, se un gatto non accetta un nuovo animale o se un altro gatto invade il suo spazio personale, reagirà quasi sempre attaccando;
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Aggressività ridiretta: questa è una forma di aggressività molto particolare, tipica proprio dei felini. L’esempio tipico è rappresentato dal gatto intento a puntare il suo topolino-giocattolo preferito, e nel momento in cui lo accarezziamo, ci tira un bel graffio. In questo caso non ha fatto altro che indirizzare l’aggressività che avrebbe voluto riversare sul topolino, sulla nostra mano. Un altro esempio può essere rappresentato dal gatto che vede una preda fuori dalla finestra, e, non potendola catturare, dirige la propria frustrazione verso la prima cosa o persona che si trova nei paraggi;
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Aggressività da contatto fisico: non tutti i gatti amano le carezze. Di norma, infatti, sono proprio loro a stabilire quando dare inizio alle coccole e quando interromperle. Per i proprietari più fortunati, i gatti possono manifestare che si sono stancati semplicemente allontanandosi. Può capitare, però, che alcuni felini attacchino perché non vogliono più essere toccati. In questo caso può trattarsi di stress o di dominanza, anche se non è ancora del tutto chiaro il meccanismo alla base dell’aggressività da contatto fisico;
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Aggressività da dolore fisico: quando i gatti non stanno bene, non accettano di essere infastiditi. Per questo, tenderanno ad aggredire chiunque si avvicini loro per accarezzarli o prenderli in braccio. In questi casi bisogna rivolgersi al proprio veterinario, per capire l’origine del malessere del gatto.
Cosa fare
Chiariamo per prima cosa un aspetto fondamentale: rimproverare o punire un animale aggressivo non serve a nulla.
L’aggressività, infatti, è legata ad emozioni come la paura, l’ansia, lo stress e la frustrazione. Urlare, aggredire e gesticolare non farà altro che aumentare il livello di queste emozioni, con conseguenze decisamente controproducenti.
Piuttosto, cerchiamo di non reagire immediatamente al morso o al graffio. Aspettiamo un attimo e valutiamo quali possono essere state le cause che hanno portato il nostro gatto ad aggredirci.
Se ci pensiamo bene, nella maggior parte dei casi potremmo essere stati proprio noi ad esaurire la sua pazienza, costringendolo a farsi stritolare o avvicinandoci ad un gatto terrorizzato.
Troppo spesso i proprietari chiedono ai loro animali uno sforzo eccessivo nel tollerare determinate situazioni. Un cane che non sopporta cappottini e borse da passeggio, reagirà con un enorme senso di disagio e frustrazione, che potrà sfociare talvolta in aggressività. Allo stesso modo, un gatto difficilmente si lascerà "umanizzare" con cappellini e tutine, per quanto possano risultare simpatiche agli occhi del proprietario.
Se dopo aver tentato di fare qualcosa del genere, ci siamo beccati un bel graffio, beh, non possiamo nemmeno incolpare più di tanto il felino!
Un ottimo consiglio, può essere sicuramente quello di prevenire l’aggressività, osservando il linguaggio verbale e fisico del gatto. Quando un felino soffia, ringhia, inarca la schiena, gonfia il pelo e sbatte la coda ci sta dicendo chiaramente di non avvicinarci.
Quindi, ascoltiamo quello che il nostro gatto ha da dirci, senza dire che Fuffi non ci aveva avvertito.
Umano avvisato, mezzo salvato.