Cheyletiellosi nel cane e nel gatto
Le malattie cutanee provocate da acari sono piuttosto frequenti nel cane e nel gatto. In particolare, fra quelle che possono essere trasmesse anche all’uomo troviamo la cheyletiellosi. Scopriamo di cosa si tratta, con quali sintomi si manifesta e come si interviene.
Cos'è la cheyletiellosi
La cheyletiellosi è una malattia della pelle, i cui responsabili sono acari appartenenti al genere Cheyletiella (C. blackei nel gatto, C. yasguri nel cane, C. parasitovorax nel coniglio), che possono infestare anche l’uomo, soprattutto nel caso di C. blackei.
Il parassita ha delle dimensioni piuttosto piccole (circa 0,4 millimetri), con un corpo ovale giallastro, quattro paia di lunghi arti terminanti in strutture simili a pettini, una bocca dotata di tanti piccoli seghetti ed uncini pronunciati, che servono per tagliare la cute.
Il loro ciclo vitale si compie interamente sull’ospite, dove le femmine adulte depongono le uova sul pelo dell’animale (simili a quelle dei pidocchi), all’interno delle quali maturano le larve e successivamente le ninfe, che fuoriescono dalle uova per maturare ad adulti. In totale, dal momento della produzione delle uova fino alla maturazione dell’acaro adulto sono necessarie all’incirca due settimane. Al contrario degli acari responsabili della rogna sarcoptica o scabbia, Cheyletiella non rientra tra i parassiti scavatori, ma vive semplicemente sulla superficie della cute.
Inoltre, Cheyletiella non richiede necessariamente la presenza dell’ospite per sopravvivere, ma può resistere nell’ambiente (cucce, tappeti, letti, giardini) anche fino a 10 giorni senza nutrirsi, talvolta anche di più. Questo fattore condiziona la trasmissione del parassita, che prevede principalmente il contatto diretto tra animali infetti con quelli sani, ma può comunque raggiungere soggetti recettivi attraverso l’ambiente esterno. Inoltre, le pulci che infestano cani e gatti possono trasmettere anche questo acaro.
Cheyletiella appartiene alla stessa famiglia di Demodex canis, responsabile della demodicosi o rogna demodettica, ma al contrario di questo non rientra nella popolazione di commensali normalmente riscontrabile nella cute.
In ogni caso, il problema principale legato alla cheyletiellosi è che i cani e i gatti affetti possono facilmente trasmettere l’infezione all’uomo, anche in seguito a brevi contatti o alla condivisione del letto.
I sintomi
La presenza di Cheyletiella è spesso asintomatica o si presenta con sintomi lievi, che determinano soprattutto nei giovani adulti lo status di portatori sani. Il quadro può aggravarsi notevolmente nei cuccioli e nei gattini di 2-8 settimane di età. I soggetti più colpiti sono i gatti a pelo lungo e i cani con pelo più corto.
Il segno clinico più evidente è la presenza di una forte desquamazione cutanea sul dorso, spesso non accompagnata da prurito, a causa della quale la cheyletiellosi è anche detta “forfora che cammina”. Questo appellativo è legato al fatto che il pelo è ricoperto da forfora biancastra, che si sposta quando il parassita si muove rapidamente sulla cute. Solo in casi più gravi si può notare la presenza di eritemi, croste e perdita di pelo.
Nell’uomo invece i sintomi sono generalmente più evidenti e si accompagnano alla presenza di macchie rossastre di 2-6 millimetri di diametro molto pruriginose, che possono andare incontro ad escoriazioni in seguito a grattamento. Possono essere presenti singolarmente o in gruppi, soprattutto sulle zone più a contatto con gli animali, come le mani, le braccia, il tronco e le gambe.
La terapia
Per diagnosticare la presenza di Cheyletiella spesso è sufficiente osservare la presenza di abbondante forfora biancastra, soprattutto sul dorso, evidenziabile scostando il pelo con le dita. Osservando attentamente, magari con una lente di ingrandimento, si può talvolta notare qualche acaro che si sposta sulla cute. In alternativa, possiamo usare un pettine a denti molto stretti per rimuovere peli e forfora, nei quali potremmo osservare il parassita.
Generalmente non è necessario ricorrere a raschiati cutanei, a differenze delle altre malattie cutanee sostenute da acari.
Il trattamento può essere eseguito utilizzando shampoo e spot-on a base di acaricidi (carbammati, fipronil, amitraz nel cane e nel gatto, permetrina solo nel cane). Anche la somministrazione di farmaci per via orale (milbemicina) può essere utile per debellare l’infestazione.
È molto importante eliminare gli acari presenti nell’ambiente, utilizzando insetticidi formulati anche per la prevenzione delle infestazioni da pulci.