Quando il nostro cane strofina spesso il sedere per terra, probabilmente ha le ghiandole perianali piene o infiammate. Vediamo insieme come riconoscere questo problema e come svuotare le ghiandole perianali del cane da soli.
Comprendere il linguaggio non verbale del proprio gatto, può essere un passo in più per riuscire a vivere ancora più intensamente il rapporto tra proprietario e animale domestico. Vediamo come interpretarlo e quali sono gli atteggiamenti di base che bisogna sempre saper riconoscere.
Proprio come per l’uomo, anche per i nostri animali arriva ad un certo punto il periodo della terza età, con tutti i problemi che comporta. Per quanto riguarda il gatto, in genere si può definire anziano a partire dai 12-13 anni. Per il cane il discorso è più complesso, perché l’età media può variare in base alla razza e alla taglia dell’animale. Per questo il cane entra nella fase della vecchiaia a partire dagli 11 anni per le taglie molto piccole, 10 anni per le taglie medie, 8-9 anni per quelle grandi e 7 circa per quelle giganti.
Una delle credenze più diffuse è quella secondo cui fare il bagno al gatto non solo non è necessario, ma fa anche male alla salute del micio. Cerchiamo di capire se in questa affermazione ci sia un fondo di verità o se si tratta solo dell’ennesimo luogo comune riguardante i gatti e come si fa il bagno al gatto.
“I gatti odiano l’acqua”
Fare di tutta l’erba un fascio non sempre porta a grandi verità. È vero che la maggior parte dei gatti non sopporta assolutamente il contatto con l’acqua.
Allo stesso tempo, però, è anche vero che quasi tutti i gatti, una volta scoperto il piacere indescrivibile del bere dal rubinetto, pur di non farne a meno accetteranno di bagnarsi le zampe. Sono rari invece i gatti che trovano altrettanto piacevole il fatto di essere immersi in una vasca piena d’acqua.
Il rapporto dei felini con l’acqua non è poi così controverso. In sostanza, qualche goccia o un filo d’acqua dal rubinetto possono essere piacevoli, ma il ritrovarsi con il corpo totalmente a contatto con l’acqua nella maggior parte dei casi non lo è affatto.
Esistono comunque delle eccezioni, come per tutti gli aspetti della vita dei nostri animali. Alcuni gatti, infatti, trovano persino divertente il fatto di “zampettare” nelle pozzanghere dopo la pioggia e altri che invece impazziscono per il bagnetto.
“Il bagno al gatto fa male”
Falso. Questa è una vera e propria leggenda metropolitana. È chiaro che se dopo averlo lavato lasciate che vada in giro per la casa o per il giardino senza prima asciugarlo, potrebbe avere qualche problema respiratorio tipo raffreddore. Per questo basta fare in modo che si sia perfettamente asciugato prima di “liberarlo”.
Probabilmente il bagno al gatto può far male solo a voi, dato che nella maggior parte dei casi quando viene immerso nell’acqua, il dolce Fuffi si trasforma in Terminator.
“Ai gatti non serve fare il bagnetto”
Questa affermazione è vera e falsa allo stesso tempo.
I gatti sono tra gli animali più puliti esistenti in natura. La loro lingua ruvida, ricca di sostanze pulenti e disinfettanti, è in grado di rimuovere tutto lo sporco e le impurità dal pelo. Inoltre i gatti trascorrono gran parte della loro giornata dedicandosi alla toelettatura.
Prima del riposino, appena svegli, dopo aver mangiato, quando qualcuno osa sporcarli accarezzandoli. Tutte le situazioni sono buone per dedicarsi alla pulizia del mantello. È molto più frequente che dopo mangiato il cane resti con il muso completamente sporco di pasta al sugo, piuttosto che trovare anche una microscopica briciola sui baffi del gatto.
È anche vero, però, che ci possono essere alcune situazioni in cui il gatto, nonostante gli sforzi, proprio non riesce a pulirsi perfettamente da solo. Per questo in alcuni casi può essere necessario dover lavare il proprio gatto, come:
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Gatti disabili o paralizzati;
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Il proprietario è allergico al gatto;
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Problemi dermatologici con forfora e prurito;
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Come supporto per i trattamenti contro i parassiti;
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Presenza di sostanze tossiche o difficili da rimuovere sul mantello.
Come si fa il bagno al gatto
Chiariamo un aspetto. Se il gatto proprio non accetta in alcun modo il contatto con l’acqua, non ci sarà verso per convincerlo all’idea del bagnetto. In questi casi dovrete rivolgervi ad un toelettatore esperto oppure potrete provare a pulirlo con delle salviettine umidificate o degli specifici shampo a secco.
Un altro aspetto molto importante è che più anni ha il gatto, più difficile sarà abituarlo alle operazioni di lavaggio. Per questo motivo, se avete appena adottato un gattino, iniziate a fargli prendere confidenza con l’acqua già da piccoli. Di solito si sconsiglia di fare il bagno ai gattini molto piccoli. L’ideale sarebbe aspettare almeno di aver eseguito le prime vaccinazioni.
Detto ciò, vediamo qual è l’occorrente necessario per fare il bagno al gatto:
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Bacinella
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Doccino
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Shampoo specifico per gatti
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Asciugamano abbastanza grande
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Pettine per gatti
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Phon
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Eventualmente il trasportino
Passiamo alle operazioni da effettuare per lavare correttamente il proprio gatto:
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Abbigliamento: soprattutto se il gatto è adulto o se sono le prime volte, indossate indumenti in grado di coprire le braccia, per essere protetti dagli artigli del vostro gatto. Se lo ritenete opportuno, potreste anche mettervi dei guanti imbottiti ed impermeabili;
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Pettinate il gatto, soprattutto se ha il pelo lungo, per rimuovere eventuali nodi;
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Riempite la bacinella con massimo 10-15 centimetri di acqua tiepida, a seconda dell’età e delle dimensioni del vostro gatto. Calcolate la quantità di acqua necessaria in modo che solo le zampe siano immerse e non tutto il resto del corpo;
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Assicuratevi di avere già tutto l’occorrente a portata di mano;
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Prendete con calma il gatto ed immergetelo lentamente nella bacinella. Fatevi aiutare da qualcuno che possa tenerlo fermo mentre voi lo lavate o viceversa;
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Inumidite il pelo del gatto, evitando la testa, le orecchie ed il muso. Quindi applicate una piccola quantità di shampo e massaggiate delicatamente. È molto importante che lo shampo sia specifico per gatti, perché quelli per uso umano possono danneggiare la cute ed il pelo del micio;
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Sciacquate lentamente utilizzando un doccino con il getto molto basso e debole. Fate molta attenzione a non bagnare le orecchie ed il viso;
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Avvolgete il gatto nell’asciugamano e strofinate delicatamente per rimuovere l’eccesso di umidità;
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Asciugate il gatto con il phon regolato con aria tiepida e al minimo. In alternativa potreste posizionare il gatto vicino ad una stufetta ad aria calda. Se il gatto si spaventa per il rumore, mettetelo nel trasportino e direzionate il getto d’aria calda al suo interno, senza esagerare né con la potenza né con il calore;
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Una volta che il vostro gatto sarà perfettamente asciutto, potrete liberarlo. Premiatelo con del cibo e non preoccupatevi se corre a nascondersi nel posto più inaccessibile della casa.
Il bagno al gatto non è un’operazione estremamente difficile da fare, a patto che il vostro gatto non rifiuti categoricamente il contatto con l’acqua. Quello che vi occorre non è uno scafandro da apicoltore o un kit di sedazione, ma solo un po’ di pazienza e qualche accorgimento in più.
Hai deciso di aumentare il numero dei componenti della tua famiglia adottando un gatto, ma proprio non sai da dove cominciare per dargli l’accoglienza che merita? Allora questa guida fa proprio al caso tuo. Vediamo tutto quello che c’è da sapere quando si adotta un gatto.
Se avete appena trovato un gattino abbandonato e ritenete che non abbia ancora raggiunto l’età giusta per diventare autosufficiente, seguite questa guida che vi aiuterà a prendervene cura.