Come accudire e allattare un gattino appena nato
Se avete appena trovato un gattino abbandonato e ritenete che non abbia ancora raggiunto l’età giusta per diventare autosufficiente, seguite questa guida che vi aiuterà a prendervene cura.
Il fenomeno dell’abbandono degli animali è ancora molto presente, nonostante le innumerevoli campagne di sensibilizzazione. Probabilmente l’aspetto più grave di tutto ciò è che spesso ad essere abbandonati sono i gattini appena nati, con qualche ora o pochi giorni di vita, strappati alle madri per essere consegnati alle campagne o ai cassonetti dell’immondizia. Non è raro nemmeno osservare gattini abbandonati dalle stesse madri, perché malati, piccoli o colpevoli di essere parte di una figliata troppo numerosa.
L’aspettativa di vita per dei gattini così piccoli, esposti al freddo e alla fame, è davvero prossima allo zero. La loro unica speranza è che qualcuno riesca a trovarli e a prendersene cura, cercando in tutti i modi di sostituirsi alle cure della madre.
Quando nasce, infatti, il piccolo ha un estremo bisogno di essere riscaldato tramite il contatto con la mamma e gli altri fratellini, di essere nutrito, pulito, stimolato a fare i “bisognini” e, naturalmente, di essere protetto.
Se un gattino di età inferiore ai due mesi rimane orfano, tutte queste cure vengono a mancare, sottoponendo la sua salute a gravi rischi. La situazione diventa ancora più grave e complessa per i gattini nati da pochissimi giorni, per i quali le possibilità di riuscire a sopravvivere senza la madre sono davvero poche.
Cosa fare
Per prima cosa, dovrete portarlo subito in casa e procurarvi tutto quello che vi occorrerà per i prossimi giorni. Dovrete avere davvero molta pazienza e molto tempo da dedicare all’orfanello che avete salvato, facendo in modo che non gli manchino tutte le cose di cui ha bisogno.
Per quanto riguarda il materiale indispensabile, dovete procurarvi:
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Una scatola di cartone;
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Diverse coperte e asciugamani;
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Una borsa dell’acqua calda o, meglio ancora, un termoforo elettrico;
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Latte artificiale per gattini;
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Biberon per gattini;
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Una bilancia da cucina.
Sistemate la scatola o la cesta in un punto della casa in cui possiate costantemente vigilarlo, al riparo dal freddo, dai rumori e dagli altri animali. Inserite al suo interno il termoforo, e al di sopra di questo una coperta calda e morbida.
Accendete il termoforo alla temperatura minima, lasciandolo sempre impostato sulla stessa modalità, per garantire un giusto calore, che non deve essere troppo caldo, né troppo freddo.
La borsa dell’acqua calda potrebbe essere indicata solo finché non riuscite a procurarvi un termoforo elettrico. In primis sarebbe scomodo per voi riuscire a mantenere sempre la giusta temperatura, poi rischiereste anche che il piccolo avverta troppo caldo o troppo freddo.
Ricordate che il calore è indispensabile per i gattini molto piccoli, che rischiano facilmente che la temperatura del corpo si abbassi. Se un gattino ha freddo, il sangue non circola bene e rischia anche di non riuscire a digerire ciò che ha mangiato, per cui potrebbe morire.
Poggiate il gattino sulla coperta ed avvolgetelo con un vecchio maglione o un asciugamano, in modo che si senta più protetto.
L’allattamento artificiale
I gattini si nutrono con il latte materno direttamente dalle mammelle della madre, proprio come i bambini appena nati.
Quando la mamma non c’è, quindi, bisogna cercare di invogliarli a nutrirsi, ricreando le stesse condizioni in cui si trovano in natura.
Per prima cosa, bisogna riuscire a capire l’età del gattino, per avere un’idea di quanto dovrebbe mangiare. Se non conosciamo la data del parto, il veterinario potrebbe fornirci un’età indicativa del gattino. Considerate che un gattino può aprire gli occhi solo dopo 2 settimane dalla nascita, mentre prima di questo periodo li terrà sigillati.
Come principio di base, i gattini hanno bisogno di mangiare molto spesso, sia durante il giorno che durante la notte. Più piccoli sono, più spesso dovrete allattarli.
Fino alle 2 settimane di età avranno bisogno di mangiare ogni 2-3 ore, con una frequenza maggiore durante il giorno. Successivamente si potrà ridurre l’intervallo tra i pasti di un’ora man mano che trascorrono le settimane.
Di regola il gattino deve nutrirsi esclusivamente di latte fino ai 30 giorni di età. Dopo questo periodo potrete iniziare lentamente e progressivamente a mettere in atto lo svezzamento, integrando il latte artificiale con un alimento specifico per gattini piccoli, ma in generale potrete prolungare l’allattamento anche fino alle 6 settimane di età.
Acquistate un latte artificiale in polvere specifico per gattini. Non affidatevi alle credenze popolari e nemmeno ai consigli di chi non è esperto del settore. Il latte di mucca non va assolutamente bene per il gattino, perché è più difficile da digerire e può causare una grave diarrea.
Seguite le istruzioni sulla confezione del latte artificiale e cercate di preparare una quantità di latte sufficiente per un solo giorno. Lasciandolo troppe ore in frigorifero, potrebbe facilmente avariarsi, sottoponendo il gattino al rischio di indigestione.
Per il dosaggio, considerate che un gattino dovrebbe mangiare in un’intera giornata la quantità di cibo pari al 25-30% del suo peso. Monitorate quindi con una bilancia la crescita del gattino, per modificare giorno dopo giorno la dose ideale.
Una volta che il latte è pronto, versatelo nel biberon per gattini, che avrete precedentemente sterilizzato facendolo bollire per qualche minuto in un pentolino. Questo è fondamentale, perché i gattini così piccoli sono più esposti alle malattie.
Con un ago sterile fate un piccolo forellino sulla tettarella del biberon. Non deve essere né troppo piccolo, né troppo grande. La dimensione ideale è quella che consente la fuoriuscita di qualche goccia di latte, senza esagerare.
Prendete il gattino, avvolgetelo in un asciugamano e fate in modo che assuma la stessa posizione di quando succhia il latte materno. L’ideale quindi è di tenerlo a pancia in giù e con la testa leggermente sollevata.
Non fatelo stendere a pancia in su per nessuna ragione al mondo, perché il latte potrebbe andargli di traverso, finendo nei polmoni. Il rischio che si verifichi una polmonite ab ingestis in questi casi è sempre costante.
Una volta terminato il pasto, fate quello che farebbe una donna con il proprio bambino. Mettetelo in verticale sulla spalla e fate in modo che faccia il ruttino.
I “bisognini”
Dopo mangiato, il gattino deve fare i suoi “bisognini”. Nei primi giorni di vita il gattino potrebbe non riuscire a fare cacca e pipì da solo, quindi dovrete stimolarlo, proprio come farebbe mamma gatta in natura.
Con un batuffolo di cotone inumidito con acqua tiepida, massaggiate delicatamente la parte sotto la coda del gattino, simulando l’effetto della lingua della madre. In poco tempo vedrete lentamente ingiallirsi il batuffolo di ovatta con la pipì del gattino.
Per quanto riguarda la defecazione, molti gattini potrebbero avere problemi di stitichezza. In questi casi chiedete un consiglio al vostro veterinario prima di affidarvi a consigli e improvvisazioni che potrebbero mettere in pericolo la salute del gattino.
Come capire se il gattino ha fame
I gattini stimolano la fuoriuscita del latte dalla mammella della madre spingendo la zona attorno al capezzolo con le zampe oppure dando dei colpetti con la testa. In condizioni normali, è questo il segnale che il gattino ha fame.
Se la mamma non c’è, potrete riuscire a comprendere se il gattino vuole mangiare semplicemente dal fatto che è sveglio. Infatti a quell’età, tutti gli animali dormono moltissimo, a meno che non avvertano lo stimolo della fame.
Il gattino sveglio, che miagola, solleva la testa e la fa ondeggiare sta chiaramente cercando la mammella della madre. Quasi sicuramente, avvicinando un dito alla sua bocca, inizierà a mordicchiare e a succhiare il polpastrello, scambiandolo per il capezzolo della madre.
È questo il momento giusto per dargli da mangiare.
Se continuano a comportarsi così anche dopo che li avete allattati, probabilmente non hanno assunto abbastanza latte.
La crescita
Monitorate tutti i giorni il peso del gattino. Se è ben nutrito, dovrebbe riuscire a prendere circa 10 grammi al giorno.
Se il peso non aumenta quanto dovrebbe, probabilmente il gattino non riesce ad assumere abbastanza cibo. Parlatene con il vostro veterinario, che saprà indicarvi cosa fare.
Salvare la vita di un gattino orfano può dare molta soddisfazione. Ricordate però che sono indispensabili tre cose fondamentali: pazienza, costanza e precisione. Il piccolo va nutrito e vigilato giorno e notte, per riuscire a fare in modo che possa crescere sano e forte.
Se non ritenete di poter affrontare un simile impegno, contattate l’associazione più vicina o il vostro veterinario, senza sentirvi in colpa. Avrete comunque assunto un ruolo importante nel salvataggio di una vita.