Educare il gatto: è davvero impossibile?
Quando vogliamo adottare un nuovo amico a quattro zampe, spesso cerchiamo di valutare molti aspetti, per capire se orientarci verso un cane o un gatto. Molti di noi optano per Fido, perché l'esperienza o l'opinione comune ritiene che i gatti non siano per niente addestrabili, tanto che alcune volte può diventare difficile persino insegnare loro le semplici "buone maniere" quotidiane. Ma è davvero così o esiste un modo per educare il gatto?
Di luoghi comuni riguardanti i felini di casa ce ne sono a bizzeffe. Si dice che siano egoisti, distaccati, dispettosi e pronti a scappar via alla prima occasione utile. In realtà la maggior parte delle persone che la pensa a questo modo, molto probabilmente non ha mai avuto a che fare con un gatto abituato alla vita domestica.
Sicuramente le differenze tra Fido e Fuffi ci sono, altrimenti non ci sarebbe questo evidente schieramento tra i fan di uno e dell'altro. Ma è anche vero che, proprio come per noi umani, ognuno ha un suo carattere e una sua precisa personalità. Per cui potreste trovare un gatto schivo, poco incline a lasciarsi coccolare - probabilmente perché non abituato sin da piccolo al contatto con le persone o perché traumatizzato - così come uno di quegli adorabili coccoloni che rimarrebbero tutto il giorno acciambellati sulle gambe del proprietario. Del resto, il mondo è bello perché vario.
Tra i problemi che la maggior parte dei proprietari lamenta più spesso, troviamo:
-
-
Litiga con gli altri animali di casa
Cosa fare
Partiamo dal presupposto che chiaramente è più semplice educare un gattino già dai primi giorni di permanenza in casa. Se invece abbiamo scelto di adottare un gatto adulto oppure proprio non riusciamo più a tollerare le marachelle del nostro buon vecchio Fuffi, niente problema.
Un altro aspetto da chiarire prima di vedere insieme i consigli per educare il gatto riguarda punizioni e rimproveri. Con il gatto - così come con il cane - non servono assolutamente a nulla. Anzi, sono addirittura controproducenti.
Quello che invece dovremmo seguire è un concetto molto più semplice, che tuttavia spesso ci sfugge: imitare mamma gatta. Molto spesso, infatti, è difficile cercare di comprendere qualcuno che semplicemente non parla la nostra lingua. Se a questo aggiungiamo anche il fatto che cani, gatti e tutti gli altri animali hanno un linguaggio del corpo tutto loro, sicuramente le cose si complicano. Ecco perché non c'è nulla di più efficace che cercare di metterci al livello del nostro gatto, iniziando a comportarci come farebbe la loro attenta madre.
Quando i gattini cominciano ad aprirsi nei confronti del mondo esterno, muovendosi da soli sulle loro zampette, combinano davvero tante marachelle. Se la mamma non dovesse riuscire a controllare la loro esuberanza, molto probabilmente si metterebbero nei guai. Pensiamo, ad esempio, ai piccoli che tentano di allontanarsi dalla cuccia, esponendosi ai pericoli della strada e degli altri animali. Ma anche ai fratellini che, giocando, si fanno realmente male.
È mamma gatta che li aiuta piano piano a dosare la forza, creando il giusto equilibrio tra un gioco divertente con i fratelli e una zuffa poco amichevole. Avete mai visto cosa fa per "sgridare" i piccoli troppo esuberanti? Un colpetto leggero sul nasino oppure una bella zampata che li atterri accanto a lei e via con una lunga sessione di lavaggio.
Allora perché non dovremmo provarci anche noi?
Con un dito diamo un colpetto molto delicato sul naso del nostro gatto, senza esagerare con la forza. Quello che conta è il gesto. Oppure cerchiamo di farlo stendere con decisione su un fianco, senza trattenerlo.
Questa soluzione funziona soprattutto quando - come spesso accade con i gattini - il gioco sta diventando troppo sfrenato e il piccolo Fuffi comincia a mordere o graffiare con più intensità. A questo proposito, ricordiamo sempre che il gioco dei "topini del letto" - muovere le nostre mani sotto le coperte - è un vero spasso per il gatto, ma nel giro di qualche settimana saremo assaliti dai suoi artigli ad ogni nostro movimento nel corso della notte.
Per quanto riguarda invece il problema dei bisognini sparsi per casa, dobbiamo assolutamente evitare di sgridarlo, urlargli contro o addirittura di picchiarlo. Metodi arcaici come quello di premere con forza il muso del gatto nella pipì sono inutili e scorretti. Proprio a causa di questi gesti, infatti, alcuni gatti possono addirittura associare l'atto di urinare in sé a qualcosa di negativo, sviluppando pericolosi blocchi psicologici ogni volta che devono fare pipì.
Al contrario, come abbiamo spiegato in maniera approfondita in questo articolo, per prima cosa dobbiamo verificare che non ci siano problemi di salute. I gatti vanno spesso incontro a problemi di cistite, che può essere causata da batteri ma anche più semplicemente dallo stress. Uno dei segnali delle infiammazioni delle vie urinarie è proprio il non riuscire a fare pipì nella lettiera. Dobbiamo anche considerare il gradimento e lo stato di pulizia della cassettina igienica. Sabbiette troppo profumate o troppo sporche, non verranno usate con la giusta frequenza da Fuffi.
Abbiamo escluso tutti questi fattori e il problema persiste? Allora non ci resta che adottare due strategie:
-
Quelle poche volte che Fuffi fa i suoi bisogni nella lettiera, va assolutamente premiato con molti complimenti e, perché no, con uno dei suoi snack-premio preferiti;
-
Fuffi si è accovacciato nella vasca da bagno, pronto a lasciarci un bel regalino? Prendiamolo subito in braccio e portiamolo nella lettiera. Se gli scappa, dovrebbe liberarsi subito e noi saremo lì accanto, pronti a premiarlo;
-
Cerchiamo di anticipare le sue mosse. Se sappiamo che Fuffi orientativamente visita la sua cassettina al mattino, subito dopo la colazione, non appena avrà terminato il pasto, portiamolo noi stessi e premiamolo quando "la fa".
Abbiamo affrontato anche il problema delle "unghiate" su mobili e tappezzeria in questo articolo. Il nostro consiglio è quello di acquistare un bel tiragraffi, da posizionare proprio nei punti in cui Fuffi preferisce farsi più spesso le unghie.
E se invece il nostro gatto fosse un arrampicatore/demolitore di oggetti? In questo caso dovremmo fare in modo di creargli una bella palestra da lasciare a sua disposizione tutto il giorno, ma soprattutto durante la notte, quando i gatti diventano più attivi. Mettiamo al sicuro gli oggetti più preziosi e più fragili (i ripiani più in alto non sono sicuri in presenza di un gatto) e lasciamo a disposizione di Fuffi delle mensole ricche di giochi divertenti. Dobbiamo cercare di costruire un percorso che nasconda nuovi passatempi con cui giocare per molto tempo. In questo modo le sue energie si scaricheranno in modo divertente e soprattutto sicuro per lui, per noi e per la nostra casa.