La gastrite nel cane e nel gatto: ecco da cosa dipende e come riconoscerla
Lo stomaco è un organo molto importante nell’apparato digerente dei nostri animali domestici. Sia il cane che il gatto sono infatti carnivori, per cui la digestione proteica (che avviene nello stomaco) è molto più importante della digestione delle fibre (che avviene nell’intestino crasso).
Questo fa sì che una gastrite, l’infiammazione dello stomaco, in un cane o in un gatto sia molto più debilitante di quanto lo sarebbe, ad esempio, in un cavallo.
Oltre ad essere dolorosa di per sé, la gastrite porta anche ad un altro problema fondamentale, che è la malnutrizione. Poiché il cibo non è digerito, anche se l’animale lo ingerisce poi non lo assorbe, e il risultato è uguale al non mangiare affatto.
Le cause di gastrite
Lo stomaco, per digerire, produce un acido, che noi conosciamo come succo gastrico. Il nostro ne produce una certa quantità mentre quello degli animali domestici carnivori molto di più, in proporzione. La formula chimica del succo è HCl, ovvero Acido Cloridrico, quello che tutti noi abbiamo in casa, diluito, come Acido Muriatico.
Quando le cose funzionano bene, lo stomaco produce acido prendendo i componenti di partenza dai vasi sanguigni. L’acido non digerisce solo il contenuto dello stomaco, ma anche lo stomaco stesso: fortunatamente, esiste un meccanismo di rigenerazione che ricrea la mucosa interna dello stomaco continuamente. Nel giro di 24 ore, la mucosa gastrica (consumata da una parte e ricreata dall’altra) è completamente nuova.
Il problema della gastrite arriva quando questo meccanismo smette di funzionare: se, per qualche motivo, viene prodotto troppo acido o se la rigenerazione non è efficace la corrosione dello stomaco supera la rigenerazione, che va a interessare gli strati più profondi dove ci sono vasi sanguigni e nervi, causando oltre che danni anche forte dolore.
La gastrite può essere dovuta per prima cosa a problemi che ha l’alimento: se è avariato, se è tossico (ad esempio un fungo non commestibile) o se è stato ingerito un materiale non digeribile come la plastica. In questo caso il dolore durerà fintanto che l’alimento rimane nello stomaco, per poi essere espulso generalmente tramite il vomito, il meccanismo di difesa dello stomaco.
Ci sono anche dei microrganismi che possono causare gastrite come effetto primario; la maggior parte dei batteri e dei virus vengono digeriti, proprio come la carne, ma alcuni riescono a resistere e a causare danni alla parete dello stomaco, così che questa si infiamma, la rigenerazione viene meno e abbiamo la gastrite. In questo caso risolverla è più complessa, perché è necessario l’intervento di un medico veterinario per effettuare una terapia con antibiotici adatta ad uccidere questi microrganismi patogeni.
L’abuso di farmaci è un altra eventualità che può portare alla gastrite. Le medicine, in particolare gli antinfiammatori che assumiamo noi come i nostri animali quando abbiamo dolore di qualsiasi tipo, rovinano la parete dello stomaco perché stimolano le secrezioni acide. Se l’animale ne assume troppe o se assume farmaci umani (sempre chiedere consiglio al veterinario prima di dare una delle nostre medicine al nostro cane o gatto) potrebbe innescarsi questo meccanismo che potrebbe provocare gastrite. Chiaramente è importante non continuare a dare questi medicinali al nostro amico a quattro zampe, perché invece di fargli passare il dolore, in questo caso, lo aumenteremo.
Le situazioni più gravi di gastrite si hanno quando ci sono altre malattie concomitanti e difficili da risolvere: tra queste l’insufficienza renale, l’insufficienza epatica e alcuni tipi di tumori. In questo caso la gastrite non è un problema primario, quanto uno delle tante conseguenze di queste situazioni: chiaramente devono essere risolte, ma la gastrite può essere un campanello d’allarme per capire che problematiche del genere ci sono, e riferirle al nostro veterinario.
Come accorgersi della gastrite
Come ci si accorge della gastrite? Il sintomo principale è il vomito, eventualmente con presenza di un po’ di sangue. Guardiamolo sempre prima di pulirlo.
Ovviamente il nostro cane o il nostro gatto non sta bene, quindi non gioca, si muove poco, non mangia, e se il dolore è tanto potrebbe mettersi in una posizione particolare, detta “a preghiera di musulmano” (che ricorda la particolare postura in cui si pongono i musulmani quando pregano): zampe anteriori in avanti, testa vicina al pavimento e posteriore sollevato.
Se abbiamo qualche dubbio, possiamo massaggiare leggermente la pancia dell’animale: se ha dolore, tenderà a “chiudersi a riccio” e in certi casi cercherà di graffiarci e di morderci.
Se questa situazione continua nel tempo, è bene portarlo a fare una visita, che potrà aiutarlo sicuramente, anche perché gli animali si lamentano poco, urlano poco, ma il dolore lo sentono. Eccome.