L'ernia diaframmatica nel cane e nel gatto: cos'è e come riconoscerla
In questa pagina parliamo dell’ernia diaframmatica, una delle complicanze più frequenti dei traumi che i nostri cani e i nostri gatti possono subire.
È una di quelle problematiche che, dobbiamo augurarci, il nostro cane o il nostro gatto non abbiano mai: è una delle più complesse da risolvere, mentre in alcuni casi non può essere risolta e la prognosi è infausta.
Questo articolo serve per aiutarvi a capire, specialmente se avete un gatto, se questa problematica è presente, e indurvi a portarlo quanto prima da un veterinario: se siamo abbastanza rapidi, infatti, può essere risolta più facilmente.
Che cos’è
Il tronco dei mammiferi, quindi sia il nostro sia quello dei cani e dei gatti, si divide in due parti: il torace, che ospita cuore e polmoni, circondato dalle coste, e l’addome, in cui si trovano stomaco, fegato, reni, intestino, vescica, utero e così via. È la parte “flaccida”, la pancia insomma.
Queste due cavità sono separate da un muscolo piatto che “taglia” a metà il tronco, che è il diaframma. Il diaframma separa completamente torace e addome, tranne per tre fori, da cui passano un'arteria, una vena e l’esofago, il tubo che porta il cibo dalla bocca allo stomaco.
Abbiamo un’ernia diaframmatica quando gli organi dell’addome, principalmente stomaco e fegato, entrano nel torace.
Il problema è che il torace deve essere occupato per grande quantità dai polmoni, che fondamentalmente sono vuoti, contengono aria. Se ci sono altri organi al loro posto entrerà meno aria, e l’animale respirerà male.
Ci vuole forza per spingere gli organi dell’addome a passare nel torace, e la forza è di solito un urto molto violento: un’auto in corsa oppure il terreno dopo una caduta da diversi piani.
A seconda di come avviene l’urto, il diaframma che è largo e sottile può rompersi e siccome i polmoni tendono sempre a stringersi (fanno un po’ come un palloncino quando non lo abbiamo legato) attirano in torace gli organi dell’addome.
L’intervento veterinario si basa sul rimettere a posto il tutto. Se eravamo presenti al momento dell’incidente, cosa che spesso capita con i cani (o comunque, se il cane fosse andato per strada, qualcuno ci avverte) lo portiamo immediatamente da un veterinario, che farà tutto ciò che è necessario per guarire l’animale quanto prima.
Con i gatti, invece, le cose sono un po’ diverse. I gatti non si portano al guinzaglio e molti li lasciano girare per conto proprio, andarsene e tornare quando preferiscono.
A volte stanno via anche per tre o quattro giorni, e se hanno subito un trauma ma si sono ripresi, possono apparire normali. In realtà bene non stanno, ma magari ci rendiamo conto che non mangiano, respirano male, si muovono in modo strano. Così diciamo “gli passerà”.
E invece, la situazione è più grave di quanto pensiamo.
Gli organi si staranno adattando alla nuova situazione, ma nel frattempo i polmoni lavoreranno sempre più a fatica e la capacità di respirare diminuirà sempre di più, fino a portare al collasso dei polmoni e alla morte.
Più aspettiamo e più la situazione peggiora: gli organi, disposti in modo diverso dal normale, inizieranno ad incollarsi l’uno all’altro e questo spesso ostacolerà il passaggio del cibo dal canale digerente perché l’intestino potrebbe avere delle “strozzature”.
I veterinari cercheranno di risolvere, ma in certi casi è impossibile anche solo spostare qualcosa senza creare danni ulteriori, e non ci sarà nulla da fare.
Come accorgersi della situazione
Da proprietari, l’unica cosa che possiamo fare è riconoscere questa situazione e portare l’animale ad una clinica attrezzata.
Intanto deve esserci stato un urto violento. Se siamo stati con il cane tutto il giorno probabilmente non avrà questo problema, ma se lo abbiamo lasciato in casa e trovato fuori, potrebbe essere caduto da una finestra. Stessa cosa un gatto, che potrebbe aver avuto un incidente come abbiamo spiegato prima.
I sintomi non sono caratteristici, ed è questo che a volte non fa capire quanto è grave la situazione.
Per prima cosa, l’animale respira in modo affannoso. Respiri profondi ma rapidi, perché inala poca aria.
Inoltre avrà difficoltà a mangiare, e spesso rifiuterà il cibo, anche se molto appetitoso. Non avrà voglia di muoversi, si fermerà dopo pochi passi per riprendere fiato, potrebbe camminare con un’andatura strana perché l’urto ha portato anche qualche frattura.
Ciò che è importante è fare “due più due” e non dire “avrà la febbre e domani starà meglio”. Dopo aver letto questa pagina siete consapevoli che questo problema esiste. Sperando che non succeda mai a voi o a uno dei vostri conoscenti, adesso sapete come riconoscerlo e potete capire quanto sia grave.