I gatti riconoscono la nostra voce, ma ci ignorano di proposito
Ottime notizie dal fronte felino. Uno studio ha dimostrato che i gatti sono in grado di ascoltare e di comprendere quello che gli diciamo. Purtroppo, però, non sempre gli interessa.
I gatti sono animali indipendenti, fieri ed orgogliosi, è un dato di fatto. Questi aspetti del loro carattere sono particolarmente apprezzati dai “gattofili” e meno dagli amanti dei cani.
Da questo punto di vista, infatti, cani e gatti sono davvero molto diversi.
Il cane dimostra ogni emozione o pensiero in maniera evidente, facendo le feste al proprietario quando torna a casa dopo una giornata di lavoro, restandogli accanto quando è a tavola, sul divano, nel letto e talvolta anche in bagno, e accorrendo non appena viene pronunciato il suo nome.
Il gatto, invece, tende ad essere meno “servizievole” nei confronti del proprietario. Naturalmente non tutti i casi sono uguali, per cui potremo trovare dei felini che si comportano in modo molto simile al cane, e viceversa. In linea generale, però, il gatto per gran parte del tempo tende a sonnecchiare in qualche angolo nascosto della casa, senza disperarsi se il proprietario sta uscendo per andare a lavoro.
Domanda per i proprietari di gatti: quanti di noi chiamando Fuffi a gran voce, lo vedono accorrere velocemente nella nostra direzione?
Le mani alzate saranno sicuramente ben poche.
Questo, infatti, è proprio un aspetto tipico del gatto. I felini sembrano incapaci di ascoltare e comprendere quello che gli diciamo, per cui assumono perennemente la loro caratteristica espressione di disinteresse.
In realtà, secondo uno studio condotto presso l’Università di Tokyo, pubblicato sulla rivista Animal Cognition, i gatti sarebbero perfettamente in grado di capire quello che vogliamo comunicare, ma nella maggior parte dei casi ci ignorano perché proprio non gli interessa.
La ricerca è stata effettuata analizzando le reazioni ed il comportamento di 20 gatti per 8 minuti al giorno. Durante questo periodo di tempo, ad ognuno di essi veniva fatta ascoltare una registrazione audio contenente la voce di tre persone sconosciute e del proprietario.
Ascoltando la registrazione, i gatti reagivano voltando la testa, muovendo le orecchie e la coda o dilatando le pupille. Solo il 10% dei felini esaminati, però, rispondevano con un miagolio. Questi atteggiamenti erano molto più intensi quando udivano il richiamo da parte del proprietario.
I risultati del test parlano chiaro: i gatti sono in grado di distinguere la voce del proprietario, ma pochi rispondono al richiamo.
Secondo i ricercatori, probabilmente questo importante aspetto potrebbe essere spiegato attraverso l’ipotesi dell’addomesticamento. I cani, infatti, sin dall’antichità, vivevano insieme al proprietario, per poterlo seguire durante le battute di caccia o per guidare il gregge. Pertanto, saper rispondere al richiamo era un fattore indispensabile.
I gatti, invece, si sarebbero addomesticati solo molti anni dopo e praticamente in completa autonomia, secondo le proprie esigenze e la propria personalità. Di conseguenza, per i felini il richiamo non ha mai assunto un ruolo così importante nel rapporto con l’uomo, per cui lo utilizzerebbero solo quando lo ritengono opportuno.
Ecco il motivo per cui è così difficile insegnare al proprio gatto ad accorrere verso di noi quando lo chiamiamo, a meno che non lo tentiamo con del cibo o delle carezze.
In conclusione, se vogliamo che il nostro gatto ci rivolga la “parola”, dobbiamo cercare di mostrarci più interessanti ai suoi occhi.