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I bambini che crescono con un animale diventano più sensibili ed empatici

Sentiamo parlare sempre più spesso di ragazzi di ogni fascia d'età che commettono gli atti vandalici e di bullismo più disparati, probabilmente in preda alla noia generazionale dilagante nell'ultimo periodo. Secondo diverse ricerche, una soluzione per porre fine a questo problema potrebbe essere rappresentata proprio dagli animali. I bambini che crescono con cani e gatti, infatti, diventano più sensibili ed empatici, riuscendo ad immedesimarsi con più facilità nelle situazioni altrui ed allo stesso tempo imparando ad assumersi le proprie responsabilità.

Un aspetto fondamentale, emerso nel corso delle ricerche, riguarda però il ruolo dei genitori nella cura degli animali. In particolare, sembrerebbe che la teoria citata pocanzi, non potrebbe attecchire in una famiglia nella quale i genitori non gestiscono in modo appropriato il pet di casa. Detto in termini più semplici, se un padre maltratta il proprio cane, il bambino assorbirà ed assumerà da grande quello stesso schema comportamentale. Al contrario, un genitore che si prende cura amorevolmente del proprio amico a quattro zampe, mostrerà ai propri figli uno schema giusto e costruttivo.

Allo stesso modo, il ruolo del genitore dovrà essere anche quello di spiegare al bambino come ci si comporta, utilizzando parole e gesti semplici per descrivere quello che potrebbe piacere o dare fastidio al cane o al gatto. Il bambino che stritola un gattino molto piccolo per un abbraccio, potrebbe accidentalmente fargli del male, così come se dovesse cominciare a tirarlo per la coda. Il genitore, in questo caso, dovrebbe spiegargli quali possono essere i rischi, mostrandogli invece quanto possa essere piacevole per entrambi accarezzare semplicemente l'animale o dargli da mangiare.ages 3 6 istock 18340256 pet girl cry 460x308

Il rapporto speciale che si crea con gli animali domestici, aiuta i bambini a diventare più sensibili e a sviluppare maggiore empatia, ovvero la capacità di immedesimarsi nelle emozioni degli altri. Un gatto o un cane sono creature relativamente indifese, che chiedono cure costanti e attenzioni, per cui il bambino che cresce imparando ad ascoltare i bisogni di un altro essere vivente, diventerà più sensibile e più attento a quello che provano gli altri.

Questo aspetto ha a che fare con quella che gli esperti chiamano "Intelligenza Emotiva" (IE), contrapposta al quoziente intellettivo (QI) di cui si parla molto spesso. Cerchiamo di spiegare il significato di questi due termini.

Il quoziente intellettivo o d'intelligenza è un test che viene impiegato per valutare la capacità di un individuo di pensare, ragionare, memorizzare e prestare attenzione.

L'intelligenza emotiva, invece, è la più rara capacità di conoscere, comprendere e gestire le proprie emozioni, ma anche di riuscire a sintonizzarsi sulla stessa lunghezza d'onda delle emozioni degli altri.

Secondo le teorie psicologiche più moderne, quindi, la vera intelligenza deriverebbe dall'unione di queste due componenti, e non solo da quanto velocemente riusciamo a fare i calcoli a mente o memorizziamo una poesia.

I bambini che crescono con un animale, riescono a sviluppare moltissimo l'intelligenza emotiva, che è davvero molto difficile da apprendere da soli. Per questo motivo, soprattutto se i genitori riescono a guidare il rapporto del bambino con l'animale, getteranno le basi affinché diventi un adulto responsabile, ma soprattutto rispettoso nei confronti degli altri esseri viventi.